Qualche giorno fa ero a Rimini ad un evento sul marketing, e mi ha fatto un enorme piacere sentir parlare di cashflow e di come esso sia fondamentale per ogni imprenditore.
È un concetto all’apparenza semplice ed intuitivo…
Ma poi tanti imprenditori si trovano, al momento della sua applicazione, un po’ in difficoltà: tutta questa marea di numeri, a cui dover dare un senso…
In questo articolo cercherò quindi di spiegarti in modo semplice cos’è il cashflow e come interpretarlo al meglio; è uno strumento utilissimo per capire come la tua impresa sta generando (o assorbendo) liquidità e soprattutto prevenire situazioni di dissesto finanziario.
Prima di tutto una premessa
Tanti pensano di poter misurare come vanno le cose all’interno di un’impresa unicamente in base al conto economico, ossia quel prospetto contabile che elenca costi e ricavi sostenuti in un determinato periodo di tempo (usualmente un anno).
Tuttavia le cose potrebbero non essere così
Limitarsi all’analisi dei costi e dei ricavi potrebbe essere fuorviante.
Ad esempio, potrebbe accadere che la tua impresa abbia avuto un aumento di fatturato, e anche di utili, ma magari hai difficoltà ad incassare dai tuoi clienti.
E quindi il tuo conto economico dice che lo stato di salute della tua impresa è ottimo, mentre invece il saldo del tuo conto corrente diminuisce ogni giorno di più.
All’apparenza tutto bene, mentre invece la tua impresa è da codice rosso…
I NUMERI, SE NON LI SAI INTERPRETARE BENE… MENTONO!
Ma torniamo a noi…
Cos’è il cashflow?
Il cashflow non è altro che la traduzione inglese di “Flusso di cassa”, ossia, semplificando, la liquidità che la tua impresa genera o assorbe in un determinato periodo di tempo.
Il cashflow può essere negativo (hai cioè “bruciato” cassa) oppure positivo (ossia hai generato cassa).
Nel lungo periodo, come puoi intuire, lo scopo di ogni impresa gestita correttamente è quella di avere flussi di cassa positivi. Il cash flow è molto semplice da determinare. E’ sufficiente procurarsi gli estratti conto dei tuoi conto correnti bancari.
Saldo conto corrente al 31/12/2017
– Saldo conto corrente al 31/12/2016
= Cash flow
Uhm… Tutto qui?
Ovviamente no.
Per avere davvero la situazione sotto controllo hai bisogno di sapere l’origine di quel flusso di cassa.
Insomma, hai più soldi perché hai venduto tanto e bene, oppure perché hai svenduto tutti gli assets della tua impresa, compresi i mobili del tuo ufficio?!
Entriamo un po’ più nel dettaglio
Esistono diverse tipologie di cash flow, distinti in base alla loro origine.
Cash flow operativo
Il cash flow operativo comprende tutti gli incassi e i pagamenti derivanti dall’attività che esercita la tua impresa.
Sono da comprendersi quindi:
- Gli incassi ricevuti da clienti e i pagamenti effettuati per l’acquisto dei beni e servizi relativi alla produzione;
- I pagamenti dei dipendenti e tutti gli oneri collegati (contributi e tasse);
- I pagamenti delle imposte.
Cashflow degli investimenti
Il cashflow degli investimenti si riferisce agli investimenti a durata pluriennale, come ad esempio macchinari, impianti e simili.
Cashflow finanziario
Il cash flow finanziario riguarda infine tutti gli incassi e i pagamenti relativi, appunto, alla gestione finanziaria della tua impresa.
È più utile suddividere questa area in due sottocategorie:
Mezzi di terzi: sono le risorse derivanti principalmente dalle banche. Quindi:
- Incassi derivanti dall’accensione di nuovi prestiti e mutui e simili;
- Pagamenti relativi al rimborso di prestiti già in essere e simili
Mezzi propri: sono i versamenti e i prelevamenti che tu e i tuoi soci (se ne hai) avete effettuato
- Versamento titolare/soci;
- Prelevamento titolare/soci
Ma… dove puoi trovare questi dati?
Niente paura; ti è sufficiente chiedere al tuo commercialista il Rendiconto Finanziario, un prospetto contabile che, appunto, “raggruppa” le operazioni al fine di evidenziare il cash flow operativo, degli investimenti, finanziario.
Avere sempre sottomano il rendiconto finanziario aggiornato ti aiuterà tantissimo a prendere buone decisioni.
Dalla teoria alla pratica… il caso di Antonio
Come anticipato, tutto bello in teoria… ma in pratica come funziona concretamente?
Ti propongo qui sotto allora un esempio, quello di Antonio.
Antonio, originario di Roma, ha aperto vent’anni fa una pizzeria a Modena.
Gli affari andavano molto bene e, dato che i suoi fratelli lo hanno raggiunto e si sono offerti di dargli una mano, con il tempo ha aperto altri due locali.
I tre fratelli, dopo un anno davvero duro, vorrebbero potersi prelevare un bel compenso, anche perché sembra che le cose vadano davvero bene.
Ma quanto possono prelevare? Decidono di farsi due conti.
Ma… come interpretare questi dati?
Saper leggere il Rendiconto finanziario, e quindi valutare l’equilibrio tra cashflow operativo, da investimenti e finanziario, non è semplice.
Generalmente il cashflow, soprattutto quello operativo, dovrebbe essere sempre positivo.
Insomma, se non generi liquidità attraverso la tua attività, bisogna subito capire cosa c’è che non va ed intervenire al più presto.
Potrebbero tuttavia esserci situazioni – fasi della vita di un’impresa – nelle quali il cashflow è fisiologicamente negativo ma è necessario comunque che debba essere attentamente monitorato per evitare che la situazione sfugga di mano.
Ti propongo allora un test.
Spero con questo articolo di averti chiarito un po’ le idee, e soprattutto averti trasmesso l’importanza di conoscere e monitorare a fondo questo importantissimo indicatore.
Se hai fatto il test, hai un cash flow negativo e non sai esattamente il perché, non indugiare oltre!
Contattami per una consulenza personalizzata.