Nella mia esperienza professionale mi è capitato spesso di collaborare con imprenditori davvero in gamba.
Erano imprenditori che, nonostante la tempesta della crisi che ci ha travolti, sono rimasti lucidi al timone della propria azienda, e hanno imparato a condurla in lidi più tranquilli.
Al di là del linguaggio da lupo di mare, col tempo hanno imparato ad essere consapevoli di:
- Quanto hanno guadagnato questo mese, al netto dei costi e delle tasse.
- Quanto hanno guadagnato su quel singolo cliente.
- Quando è ora di perdere un cliente, perché è problematico, non paga alle scadenza, ed è diventato più un costo che altro.
- Quanto è affidabile il loro team ovvero, se le persone presenti in azienda sono motivate a dare il massimo in quello che fanno.
- Se la loro impresa sarebbe stata in grado di sopravvivere anche senza di loro, per un periodo più o meno lungo (gli imprevisti possono sempre capitare).
- E molto altro…
Lascia che ti racconti una storia.
Una mia cliente è un’eccezionale parrucchiera. Davvero. Fa il suo lavoro con passione, è attenta alle esigenze del cliente, precisa, pulita (sembra che debba essere scontato, ti assicuro che purtroppo non lo è). Ne sono certa perché prima di decidere di supportarla nello sviluppo della sua attività ho voluto testare in prima persona quanto lei fosse brava. Sono andata in salone, ho provato il suo servizio, abbiamo fatto una chiacchierata. Dovrebbe essere un’attività che va alla grande. I clienti pagano subito, i fornitori a trenta giorni, affitto e costi fissi molto bassi… E INVECE NO. Per carità l’azienda andava anche bene, ma non andava alla grande. Ed era un peccato, perché io ci vedevo delle potenzialità enormi. Coronare dopo tanti anni di lavoro dipendente il sogno di aprire qualcosa di suo, lavorare ben più di otto ore al giorno, e guadagnare solo qualche cosa di più rispetto a prima, non aveva molto senso.
Forse ti chiederai: ma non ce l’aveva un commercialista? Certo.
Permettimi di aprire una breve ma necessaria parentesi.
Tra chi fa impresa e commercialisti c’è spesso un equivoco di fondo. Quando scegli il tuo commercialista, sei chiaro in quello che hai bisogno e ti accerti, dopo un po’ di tempo, che lui sia effettivamente il professionista che ti merita?
Sei un imprenditore che ha bisogno solo di chi si occupi delle “rogne” amministrative, contabilità, dichiarazioni, trasmissione F24, e chi più ne ha più ne metta (e sarà sempre peggio), o hai anche bisogno di analisi e consigli su come gestire il business, cosa è possibile migliorare, se è necessario focalizzarsi solo su alcuni aspetti, come è possibile acquisire nuovi clienti o aumentare la redditività di quelli attuali, etc?
Gli imprenditori non sono tutti uguali, e i commercialisti non sono tutti uguali.
Mi permetto quindi di darti un suggerimento: fermati un secondo e rifletti: di cosa hai bisogno esattamente dal tuo commercialista? Quali competenze ti mancano? Quali sono gli obiettivi della tua impresa? Come/entro quando li vuoi raggiungere? Solo dopo aver fatto chiarezza, puoi allora confrontarti con lui, elaborare con lui una strategia, e valutare assieme i risultati.
Tutto bello, fantastico! Questo è però ciò che succede nella maggior parte dei casi
Il tessuto imprenditoriale italiano è costituito per la stragrande maggioranza di microimprese: il titolare, la moglie/marito del titolare, forse qualche dipendente. Chi ha deciso di mettersi in proprio lo ha fatto perché, giustamente, aveva voglia di crearsi qualcosa di “suo” o perché è imprenditore di famiglia, cioè prosegue l’attività avviata a suo tempo dai genitori/nonni, quando però fare impresa era un pochino diverso rispetto ad oggi. Pensa ai problemi che ha dovuto affrontare chi apriva un’attività trent’anni fa: c’era così tanta concorrenza? Il cliente era diffidente come oggi o bastava il passaparola? Lavorare con le banche era un problema? C’era la tecnologia (internet, facebook) che faceva si che un’impresa che lavora a duecento chilometri da te potesse fregarti la clientela?
Direi che possiamo essere d’accordo: il mondo di allora era profondamente diverso da quello di oggi.
Anche io sono cresciuta in una famiglia di imprenditori. Ne vado molto fiera. Lo erano i miei genitori, lo sono io, lo sono i miei zii, lo sono i miei cugini. Sono letteralmente cresciuta all’interno dell’attività (avevamo una pizzeria molto rinomata), dando una mano dove serviva, anche se ero una bambina, e mi piaceva tantissimo. Me li ricordo i “gloriosi” anni ottanta, quando tutto sembrava più semplice. Scusa, momento di nostalgia, torno al punto.
Il punto è che, purtroppo,
la maggior parte degli imprenditori NON è preparata a gestire un’impresa, OGGI, con tutti i problemi che ci sono!
Spesso perché pensa, “Tanto ci pensa il commercialista!!” Sei sicuro? Non è che forse non siete stati chiari l’un con l’altro? Lui, in buona fede, si limita a predisporre per te le “rogne” obbligatorie per legge, mentre tu pensi che lui abbia tutto sotto controllo, e l’equivoco viene fuori a fine anno (anzi a giugno dell’anno dopo), quando c’è da pagare le tasse? O magari lui è davvero un commercialista mediocre (non siamo mica tutti santi, eh), ma tu hai deciso di accontentarti, perché tanto costa poco??
Per essere un imprenditore di successo è necessario amministrare la propria impresa, conoscere e capire i numeri del proprio bilancio. Hai qualche difficoltà perché nessuno fino ad oggi te lo ha insegnato? Ci sta, non è colpa tua. Tanti come te sono nella tua stessa situazione, e neanche si rendono conto dei rischi che stanno correndo. Oggi però tu sai qualcosa che gli altri ignorano. Sei consapevole, e puoi fare tutta la differenza del mondo. Informarti. Cercare di capire. Imparare a fare meglio. Scegliere i professionisti giusti che sappiano affiancarti in questa mitica impresa. Per il solo fatto che stai leggendo queste parole, sei già in vantaggio.
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Benvenuto a bordo!
Ops: Quasi dimenticavo di raccontarti come è finita con la ns. amica parrucchiera. Dopo qualche settimana di costante monitoraggio abbiamo individuato quale fosse il problema che non le permetteva di sviluppare al meglio la sua impresa. Era necessario sviluppare competenze sull’acquisizione di nuovi clienti, soprattutto di un determinato tipo. Come farlo? Si sta formando con i migliori formatori in Italia, e sta raccogliendo i primi meritati successi.
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