Si pensa erroneamente che la Strategia sia un concetto fumoso, poco concreto…
Una supercazzola, da mettere nei documenti aziendali, ma che poi – stringi stringi – non porta a nessun risultato.
Beh, fare Strategia non è nulla di tutto questo. Anzi.
Qualche giorno fa all’interno del Business Strategy Club ho intervistato il Dott. Federico Emiliani, titolare di uno studio dentistico a Roma.
Abbiamo parlato di:
➡ Come abbiamo definito obiettivi a medio-lungo termine concreti e realizzabili
➡ Come abbiamo progettato un piano strategico coerente con gli obiettivi
➡ Quali sono stati i risultati ottenuti
Trovi il caso studio del Dott. Emiliani nel video sottostante.
💥 IL BELLO DELLA DIRETTA…
Purtroppo abbiamo avuto qualche problema tecnico, e il file di registrazione ha a tratti dei rumori di sottofondo. Se preferisci, puoi quindi leggere la trascrizione della diretta, che trovi subito dopo il video, sempre in questa pagina.
Assunta: Ho voluto organizzare questa diretta invitando Federico, o meglio, il Dott. Emiliani.
Federico è un mio Antonio, da quanto tempo ci conosciamo ormai?
Federico: Superiamo il secondo anno quasi.
Assunta: perché ho pensato di farvi conoscere la storia di Federico e di come abbiamo lavorato assieme?
Perché spesso, soprattutto negli ultimi tempi, mi capita di vedere un approccio alla strategia aziendale estremamente fumoso, poco concreto, tratto in qualche modo da, forse, certi libri che vengono anche da oltre oceano dove si parla di vision, di mission, tutte cose molto onorevoli, ne parlerò anche nel gruppo tra qualche giorno, però stringi stringi, alla fin fine poco concrete.
Quindi ho pensato di presentarvi, al contrario di come faccio usualmente nei casi studio che magari pubblico la domenica, un caso concreto di un imprenditore come noi, con il quale ho lavorato negli ultimi due anni, che ci racconterà un pochino la sua storia e come abbiamo lavorato assieme.
Una precisazione importante: ho chiesto a Federico, e ovviamente siamo d’accordo su questo, perché anche le persone che mi seguono da un po’ di tempo come Federico sanno che non mi piace far credere che gli obiettivi e i risultati di Federico possano essere alla portata di chiunque.
Ricordiamoci che la strategia è un vestito cucito addosso a ognuno di noi, è un percorso personalizzato e sicuramente non butterò mai in faccia alla gente i fatturati, i cash flow operativi, gli utili, i risultati personali di nessuno dei miei clienti, perché non è quello il messaggio che voglio far passare.
Ogni situazione è individuale, ogni percorso è fatto a sé, e io nel mio metodo di lavoro vi traccio un metodo di lavoro, un percorso, poi sta a voi, in base alla vostra situazione specifica, soprattutto la voglia di mettersi in gioco e di darsi da fare, se raggiungerete risultati o meno.
Dopo questa necessaria e doverosa premessa, volentieri vorrei sentire cosa ha da dirci Federico, parlaci un po’ di te, chi sei, di cosa ti occupi, cosa fai di bello.
Federico: Grazie innanzitutto per l’invito, è un onore e un piacere essere qua a fianco a te, dove vedo sempre personaggi illustri.
Adesso vedere Federico Emiliani accanto Assunta Incarnato è veramente bello.
Il bello della diretta perché non mi vedete in veste di dottore ma sono con una T-Shirt dentro casa. Io mi chiamo Federico Emiliani, faccio il dentista, quindi sono un medico ma anche un imprenditore, motivo per cui ho conosciuto Assunta.
Come figura di medico chiaramente opero quella che è la mia attività da 12 anni, ho 37 anni e lavoro da 12 come dentista, ho due studi che dirigo, uno si trova a Roma e un altro studio si trova a Frosinone.
Il mio mestiere quindi è quello del Dentista e mi sono sempre molto concentrato su quello che è il mio mestiere, quindi nell’imparare a muovere le mani come Dentista, nell’imparare le tecniche e nell’essere molto tecnico in quella che è la mia quotidianità, e nei primi anni della mia attività avevo completamente lasciato da parte l’aspetto imprenditoriale, cosa che chiaramente iniziavo a sentire come un peso, ecco come è arrivata la conoscenza con Assunta.
Sono 12 anni che lavoro ma mi sembra di aver iniziato ieri, spero ne passino altrettanti davanti a me, per cui sentivo la necessità impellente di formarmi dal punto di vista imprenditoriale.
Io vengo fuori da una facoltà che è la facoltà di Medicina, percorso di Odontoiatria e Medicina, dove, ma credo sia comune anche ad altri sistemi universitari non per cattiveria ma perché è un altro tipo di compito, non viene affrontata bene dal punto di vista dell’insegnamento la parte imprenditoriale, ed è per questo che ho conosciuto Assunta, e ne sono felice, quindi oggi vi racconterò un po’ di me!
Assunta: Peraltro, ci siamo conosciuti, se non ricordo male nel 2019 proprio attraverso il mio libro, lo avevi letto prima di contattarmi.
Federico: Si! Io ho letto il libro, ma in realtà ti ho conosciuto in maniera molto casuale all’interno di un gruppo di dentisti, dove hai risposto a qualche post di qualche collega, mi ha incuriosito la tua risposta e ho detto: “Ma chi è questa qua?”.
E allora sono andato a vedere chi eri, ecco l’importanza di avere un’autorità online, perché mi sono imbattuto nel tuo libro. Mi ricordo un’estate sotto l’ombrellone, ricordo che era estate, e la lettura del tuo libro ha accompagnato qualche pomeriggio sotto l’ombrellone.
Sono iniziati ad arrivare gli spunti, le lampadine che si accendevano, e ho detto: “La devo contattare. Fammi vedere come si fa ad entrare in contatto con lei”.
Assunta: E infatti mi ricordo, e proprio per avere conferma sono andata a rivedere il questionario online che avevi compilato per la prima consulenza che facemmo assieme, tu sei stato, non te lo avevo mai detto, sicuramente colui che ha compilato questo questionario online nel modo più completo e discorsivo possibile.
Io vedo le statistiche del tempo che ci mettete a compilarlo, e vedo che cinquanta domande, oltre che lo ricordo proprio per aver compilato il form di contatto, ma anche durante la consulenza, con tutti i documenti che mi hai mandato per la preparazione alla consulenza, erano estremamente completi, ragionati.
Per rispondere a una mia domanda scrivevi tanto perché si vedeva che avevi già chiaro quali fossero i tuoi obiettivi, che non sveleremo quali sono, quali erano all’epoca e come li abbiamo raggiunti in parte oggi perché il nostro percorso andrà avanti, però avevi già chiari all’epoca i tuoi obiettivi a 1, 3, 5 anni, e in qualche modo è stato abbastanza facile già durante la prima ora di consulenza, andare a mettere quei paletti, uno dietro l’altro, che ti avrebbero poi consentito di raggiungere gli obiettivi.
Io dopo vorrei fare cenno a quattro cose che abbiamo fatto insieme nei due anni, però correggimi se sbaglio, ti ricordi la richiesta del bilancio…
Federico: Io nasco logorroico e quindi anche quando scrivo lo sono, però in realtà ero talmente, come anche oggi, voglioso di migliorare e affrontare il percorso con te che quando mi è arrivato il tuo questionario per fare una sorta di diagnosi del mio stato del momento, del mio essere imprenditore, ho tirato fuori fiumi e fiumi di informazioni perché ho detto più gliene do, e più andiamo al dunque, ed è stato fondamentale per allinearci da questo punto di vista, ecco perché consiglio a chiunque debba iniziare un percorso con te di aprirsi il più possibile perché, proprio come un dottore, prima di fare una diagnosi si raccolgono le informazioni.
Tu che fai il dottore della strategia aziendale prima di fare la diagnosi hai bisogno degli elementi.
Assunta: Ma infatti mi ricordo perfettamente che mi presi un bel po’ di tempo proprio perché mi avevi dato tanti di quegli spunti, e mi ricordo anche che nel corso della prima consulenza che abbiamo fatto assieme, dove abbiamo stabilito il piano strategico e lo abbiamo delineato in base ai tuoi obiettivi, abbiamo verificato se quegli obiettivi erano coerenti, ovvero se avevano un senso in base alla tua situazione attuale.
Tra l’altro all’epoca tu non te la passavi per niente male, non avevi una situazione per la quale “oddio l’azienda mi sta crollando Assunta aiutami!”. Oggettivamente l’azienda andava già bene.
Federico: Esatto, anzi penso che sia fondamentale approcciarsi a un percorso formativo di strategia aziendale non perché le cose vadano male anzi, proprio perché “Ok, sto crescendo, va bene, mi formo per cercare di crescere e focalizzarmi ancora di più su quello che è il mio obiettivo”.
Quindi non era un salvagente il fatto di chiamarti ma era un qualcosa per dire ok, le cose vanno bene, ma non bisogna adagiarsi e dire “Va bene, andranno bene per sempre”.
Sappiamo che non è così, sappiamo che se un’azienda non trova il modo di rinnovarsi, di rivedere continuamente il proprio modello di business e i propri sistemi di offerta, chiaramente è un’azienda che si, va bene, ma magari non va bene come vorrei, per cui avevo dei desideri e ti ho contattato.
Assunta: Ma infatti mi ricordo che tu sei stato uno dei clienti che nonostante fosse in una nicchia dove i servizi sono ad alto valore aggiunto, nel senso che tu sei un dentista che sicuramente ha anche servizi generalisti, ma tu sei un dentista specializzato in una determinata nicchia del tuo lavoro e in qualche modo temevamo che sarebbe stata particolarmente colpito dalla pandemia.
Avevamo ipotizzato che ci fosse una minore capacità di spesa, un minor timore per il futuro, e quindi avevamo ipotizzato che in qualche modo avresti potuto soffrire le fasi della pandemia.
In realtà questo non è accaduto nella prima fase, perché avevamo fatto delle cose che adesso racconteremo, ma c’è stato soltanto un momento l’anno scorso di due mesi, mentre poi mi risulta che la cosa si sia assolutamente stabilizzata.
Comunque partiamo dal punto, abbiamo fatto un po’ di strategia insieme durante la prima consulenza, e tra le tante cose che abbiamo fatto vorrei concentrarmi su un paio.
Innanzitutto il cambio del commercialista purtroppo, e spiegheremo il perché.
Analizzando il modello di business di Federico, c’è una persona all’interno dell’azienda che in realtà ha una buonissima propensione alla vendita, quindi accoglienza dei clienti, però era impegnata per la maggior parte del tempo a soddisfare le continue richieste di chiarimenti da parte del commercialista.
Quindi noi come prima cosa, Federico non so se ti ricordi, abbiamo investito due mesi di lavoro a implementare una procedura di consegna della contabilità che in qualche modo non lasciasse adito a fraintendimenti e permettesse al commercialista di lavorare serenamente e con puntualità, anche perché ricordo che abbiamo aspettato quattro o cinque mesi per fare la consulenza assieme da quando tu l’avevi acquistata, intorno a fine luglio/inizio agosto e poi finita a novembre.
Alla fine abbiamo quindi messo giù questa procedura e cercato un modo affinché il flusso di informazioni della contabilità dell’amministrazione arrivasse al commercialista nel modo più pulito e puntuale possibile, purtroppo anche per una decisione non tua, questo non è stato sufficiente e quindi, l’anno dopo, in modo abbastanza repentino, si è reso necessario il cambio del commercialista e direi che, dopo cinque/sei mesi di assestamento, hai un buon rapporto con il tuo commercialista, io vedo che lui ti da i documenti puntuali.
Federico: È vero, infatti sembra dire solo “Vabbè hai cambiato commercialista, che ci vuole”, in realtà non è vero.
A parte che non avrei mai avuto le competenze per farlo, non ero in grado da solo, visto che faccio il dentista, di analizzare il corretto lavoro di un commercialista, non ho mai avuto un confronto con altri professionisti, non perché non fosse bravo, ma semplicemente perché il suo modo di lavorare insieme al nostro non trovava più un allineamento.
Non sono in grado di giudicarlo, faccio altro di mestiere, però effettivamente nell’ottimizzazione di una procedura interna quale il rapporto con il commercialista noi perdevamo veramente tanto tempo, avevo una risorsa interna che doveva continuamente utilizzare molte ore della giornata per seguire pratiche che oggi sono diventate automatiche, perché grazie a te siamo riusciti a capire che cosa ci serviva.
Perché non puoi dire “Sai cambio commercialista”. Devi analizzare concretamente che cos’è che devi cambiare, quindi abbiamo capito che dalla banale trasmissione dei documenti a quello che ci serviva per l’analisi mese per mese, le simulazioni fiscali e tutto quello che oggi facciamo, ho fatto un cambio, chiaramente aiutato da te, anche nel chiedere “ok si, ma in cambio che cosa ti serve”.
Questo perché io faccio il dentista ma magari all’ascolto c’è un’altra persona che ha delle esigenze diverse dalle mie, ma aver fatto una pianificazione prima mi ha permesso di andare dal nuovo commercialista e dire “Io ho bisogno di A, B, e C. Possiamo lavorare insieme?” E abbiamo trovato A, B e C.
Purtroppo con il mio vecchio commercialista non riuscivamo a trovare questa automazione che ci serviva e infatti, tra gli obiettivi iniziali io ti chiesi: aiutami a trovare il modo per automatizzare il più possibile i processi all’interno della mia azienda, e quello è stato il primo passo che abbiamo fatto verso questa automazione, il commercialista che adesso funziona molto bene.
So, anche per chiacchere fatte con colleghi e amici imprenditori di altro genere, che comunque è un tasto dolente quello del rapporto col commercialista, non dappertutto però sono sincero, mi hai dato una bella mano perché prima non è che fossi un gran fenomeno nella lettura dei numeri.
Oggi, con l’aiuto del commercialista che è puntuale e me li da ogni mese, io mi metto li e anche con quello che mi hai insegnato tu analizzo quello che c’è dietro a quei numeri e a non utilizzarli solo per presentare il bilancio da qualche parte, ma anche come strumento interno per ragionare sui budget e sugli obiettivi di lungo termine. È stata una grande cosa per me!
Assunta: Ma infatti mi ricordo che una delle tue prime richieste era lavorare sui numeri e io ti dissi: lo facciamo alla fine, perché prima ci sono altre cose urgenti da fare, e infatti abbiamo lavorato tantissimo sulle procedure interne, sull’organigramma, abbiamo addirittura incrociato la richiesta di recensioni nei confronti dei clienti con i KPI di produttività del personale, ne parleremo se vuoi, e ho lasciato un pochino i numeri alla fine.
Però quello che mi ha colpito favorevolmente è che, nel momento in cui ho costruito per te un foglio di lavoro che ti permettesse di mantenere sotto controllo la liquidità aziendale, quindi il cash flow, e ricordo che mi raccontavi che avevi questo timore dei numeri, “Oddio non li capisco!”.
In realtà poi hai preso spunto da quel foglio e lo hai utilizzato anche per le tue cose private, sei diventato bravissimo in realtà, prendi e te li maneggi come vuoi!
Federico: Assolutamente, infatti ragionare in termini di budget per lo studio, ho detto: lo posso fare anche per il mio privato, per quelli che sono gli obiettivi personali extra lavorativi come gestire l’economia familiare, tutto quello che è il proprio panorama della finanza personale con i tuoi strumenti che mi hai insegnato a utilizzare.
Anche un normalissimo excel, però utilizzato come si deve, si può ottimizzare per tirare fuori dei numeri e cominciare a ragionare a lungo termine. Io avevo paura quando arrivava questo periodo dell’estate con la stangata delle tasse, che non è sparita, chiaramente le tasse ci sono ancora, ma adesso è affrontabile perché io dall’anno prima pianifico il mio carico fiscale e non solo quello, anche il resto delle spese e degli investimenti, perché giocando con i numeri è possibile capire quello che viene prima e quello che viene dopo, destinare un certo budget e lavorare per ottenerlo in modo tale da raggiungere quell’obiettivo.
I numeri erano qualcosa che io prima non guardavo e infatti e infatti ti dissi: “guarda mi è servito tanto questo lavoro, anche personalmente”.
Assunta: un’altra cosa che ritengo sia stata utile, e che abbiamo fatto prima che cominciasse il periodo della pandemia, ancora qualche settimana prima, è stato instaurare un sistema di acquisizione recensioni.
Questo perché il tuo settore è estremamente particolare, non si può fare marketing nel modo come lo potrebbe fare qualsiasi azienda.
C’è un codice deontologico molto rigido e in qualche modo tutta quella comunicazione online che un imprenditore si potrebbe permettere tu non la puoi fare, tanto è vero che tu hai delle strategie di marketing cartaceo rispetto all’online.
Però dopo, quando c’è stata la pandemia, fortunatamente poco prima che cominciasse la pandemia, all’interno di quel piano strategico, io ti proposi di instaurare un sistema di acquisizione delle recensioni che in qualche modo permetta a chi viene a conoscerti per passaparola, di andare online e vedere il valore aggiunto che dai ai tuoi clienti.
Quanto sei bravo, se sono bravi i tuoi collaboratori, e quindi mi ricordo che abbiamo anche instaurato un lavoro impegnativo sulle recensioni durato due mesi, che però ha dato i suoi frutti.
Federico: si, anche perché a livello sanitario non è possibile utilizzare leve del marketing come la scarsità, l’urgenza oppure il poter fare un’offerta stimolando quelli che sono i principi base del marketing quindi offerte, promozioni per tot. tempo oppure posti limitati.
Non è possibile utilizzare queste leve e tutto ciò che è promozionale, suggestivo, questo dice la normativa in Italia.
Per cui per me è stato molto utile affrontare con te questo tema, quindi andare a stimolare le recensioni dei pazienti, anche perché era una cosa che sapevo che era importante, ne avevamo, ma non ci abbiamo mai lavorato per creare un percorso all’interno dello studio in cui chi chiede la recensione, come la chiede e come ottenerla.
Questo lo abbiamo fatto insieme e mi ha cambiato molto perché effettivamente mi sono reso conto, ho guardato un po’ la concorrenza intorno a me come tu insegni, adesso non abbiamo il tempo per parlare ma ci sono dei percorsi apposta per studiare quello che fa la concorrenza, io tra le varie cose ho visto che i dentisti nella zona avevano un numero di recensioni veramente basso, e quello è stato un motivo già per distinguersi.
Basta andare su Google, trovare come parlano le persone dei concorrenti intorno a me e mi sono detto che questo era un modo per emergere, poi in una città come Roma siamo tantissimi ed emergere è veramente difficoltoso, aver fatto un protocollo semplice per chiedere le recensioni tramite Google, anche tramite altri canali ma principalmente tramite Google, che abbiamo visto essere quello dove le persone mi vanno più a cercare e vanno più a leggere di me è servito tanto, perché ad oggi abbiamo richieste di nuove visite perché: “ho letto bene di questo studio, non sapendo dove andare, nel quartiere ho visto che tu sei quello che ha tante più recensioni”.
Questo poi te lo dicono le persone, ed è stata una procedura semplicissima da attuare ma prima non ci avevo mai pensato. Adesso addirittura ho istituito dei messaggi automatici che arrivano alle persone e che ci danno ancora di più la possibilità di farcele lasciare.
Non è facile chiederle, ancora dobbiamo migliorare sulla qualità della recensione perché chiaramente è sempre meglio avere una recensione di qualità piuttosto che di quantità, quindi stiamo lavorando nello spingere le persone a raccontare perché ci hanno cercato, quello che abbiamo risolto e perché siamo stati diversi da altri.
Al di la di questo è stato veramente utile istituire questa procedura all’interno dello studio perché mi ha permesso di fare uno dei passi in avanti dopo il commercialista.
Assunta: peraltro dato che tu sei specializzato sia personalmente ma anche a livello di studio in una nicchia molto specifica del tuo lavoro, quindi non sei un dentista generalista, la sfida era anche far si che venissero stimolate delle recensioni che in qualche modo enfatizzassero e parlassero di servizi a più alto valore aggiunto.
I tuoi pazienti non vengono su Google a scrivere: “il Dott. Emiliani professionale e competente dal 1990”, ma sono molto specifici.
In realtà scrivono bene ma oltre al fatto che tu fai un lavoro pazzesco, eccezionale, hanno proprio voglia di raccontarsi, no?
Questa secondo me è una cosa anche molto importante in un settore come il tuo.
Federico: Eh si, è vero, anche perché poi per altri pazienti che si riconoscono in quel tipo di problematica, un conto è leggere cinque stelle, bravissimo oppure professionale, un conto è leggere: “avevo i denti distrutti, mi avevano detto che li dovevo perdere tutti quanti, invece ho trovato uno studio dove sono riusciti a ricostruirmeli e darmi un sorriso, non sapevo come fare”, è molto diverso rispetto a leggere “bravo, simpatico”, che è la recensione media che trovo nei concorrenti.
Poi ne abbiamo anche noi, perché non è facilissimo controllarle tutte, però le qualità cerchiamo di tirarle fuori con la procedura. Questa è una cosa semplice a costo zero ed è meglio di qualsiasi altra operazione più costosa che ho fatto nella mia professione dal punto di vista del marketing, investendo cifre in pubblicità, invece la richiesta delle recensioni è una cosa che non va mai lasciata e va continuamente fatta, perché non è semplice, però se fatta tutti i giorni poi i risultati arrivano, a noi nel giro di pochi mesi ne sono arrivate un bel numero per iniziare a distinguerci.
Assunta: ultima cosa che ti chiedo perché so che ci devi lasciare, il discorso procedure.
Diciamo che le campagne di acquisizione recensioni sicuramente hanno aiutato tantissimo perché ti hanno sostenuto appena c’è stata la fine del primo lockdown perché le avevi già pronte e ti hanno aiutato a sostenere e recuperare tutto il fatturato perso nel primo lockdown.
Però vorrei soffermarmi anche sul discorso procedure, perché anche li secondo me abbiamo fatto un lavoro mica male, mi ricordo che ci siamo scritti il giorno di Pasquetta o addirittura di Pasqua, abbiamo fatto due mesi di lavoro super intenso, te con i tuoi collaboratori, che peraltro non era la prima volta che facevano il manuale delle procedure quindi di procedure non ne volevano sentir parlare!
Federico: È stata una grande battaglia quella perché chiaramente sapevo che era importante però in passato non ero mai riuscito a motivare il mio team a creare delle procedure.
Però effettivamente finché non metti le cose per iscritto e non dici chi deve fare che cosa effettivamente non se ne viene a caso e sembra banale dirlo però finché non l’abbiamo fatto le cose non sono andate bene così come sono.
Adesso, senza entrare nel dettaglio di quelli che sono i procedimenti, i processi di uno studio dentistico, ma potrebbero essere i passaggi che si fanno in qualsiasi altro tipo di attività, ogni attività ha le sue procedure che fa in maniera automatica tutti i giorni.
Da noi era prima tutto tramandato un po’ a voce, però sappiamo che se lo scrivi cambiano le cose. Oltre ad averlo scritto abbiamo anche fatto dei test perché non sempre una procedura va subito bene.
Un’altra cosa importante è coinvolgere il team, quindi non facendo le cose da dittatore che impone la procedura “perché secondo me è corretta così”, perché alla fine poi sono le ragazze del team che portano avanti, ne dico una, la procedura della gestione dei lavori che vanno e vengono dal laboratorio, ne ho detta una ma ce ne sono altre.
Non essendo io che la faccio, chiaramente supervisiono ma sono gli attori principali della procedura che devono essere resi partecipi, per cui, nominando dei responsabili, dando dei precisi obiettivi, le procedure ci hanno aiutato molto.
La cosa che ci ha aiutato tanto è stata entrare in questa mentalità di scrivere e di fare procedure e, quando ci siamo ritrovati all’apertura post lockdown in cui si viveva di procedure e di sterilizzazione e di insicurezza oltre il normale, quando abbiamo riaperto è stato un rientro in una situazione diversa da prima e li chiaramente ci ha aiutato ancora di più avere la testa pronta a creare procedure perché uniformandoci alle direttive che ci dava l’ordine dei medici abbiamo velocemente riaperto lo studio, ho avuto dei colleghi che ci hanno messo un mese in più a ritornare a lavoro post lockdown, solo per organizzarsi.
Noi, utilizzando anche durante il lockdown un sistema di procedure, scrivendo dalla A alla Z quello che va fatto e dividendo i compiti siamo tornati a lavoro prima degli altri.
In realtà quindi è importante iniziare a fare delle procedure perché servono in quel momento, ma poi è lo schema mentale che si acquisisce che poi ti aiuta negli anni a creare il sistema all’interno dello studio e funziona.
Assunta: ci sarebbero ancora tante cose che abbiamo fatto insieme in un anno e mezzo, quasi due, non abbiamo ancora finito in realtà perché lavoreremo ancora tutto quest’anno almeno. Soddisfatto fino adesso, non mi parlare dei risultati specifici di per sé, ma come sta andando secondo te?
Sai che con me ci si fa un discreto mazzo a lavorare, questo lo voglio dire anche per spaventare un po’ le persone che ci stanno sentendo: ragazzi con me ci si fa il mazzo e non si prendono caffè.
Però, dimmi un pochino, ne è valsa la pena?
Federico: si, sta andando bene soprattutto perché sono uscito dal lavorare con le mani e basta e ho imparato a lavorare anche con la testa.
Detta così sembra brutta, ma il concetto è che ho iniziato a lavorare anche da imprenditore quando prima mi ritenevo un dentista, un medico che fa il suo lavoro, però non vedevo il mio studio come un’impresa. Con te ho imparato a vedere questo.
Quindi, risultati raggiunti anche economici, posso dirlo a tutti quanti, mi ero messo degli obiettivi economici e li sto raggiungendo, altri li devo ancora raggiungere perché erano a cinque anni, a sei anni, quindi possiamo rimandare la diretta fra cinque anni e ve lo dico!
Però, a parte le battute si, sono molto contento perché so dove sto andando, non devo navigare a vista e anche adesso, ad esempio, dalle consulenze che ho fatto con Assunta mese dopo mese, so affrontare un fornitore, capire dove si può arrivare e come valutare una fornitura qualsiasi essa sia per cui si, soddisfattissimo perché a me nessuno ha insegnato mai queste cose.
Non sono ne figlio d’arte dal punto di vista imprenditoriale ne all’università, come ho detto all’inizio, ho imparato strategia aziendale, a odontoiatria non la insegnano, per cui soddisfattissimo assolutamente, mi sentirei di consigliare a chiunque naviga nel mio stesso mare, quindi un’impresa che va bene ma gli serve quella spinta in più a formarsi.
Assunta: anche perché faccio presente che tu in questo momento non sei in studio ma lo studio sta lavorando da solo.
Federico: esatto, io non sto in studio, come ho detto all’inizio mi vedete non in uniforme ma in borghese perché sto ultimando dei lavori in casa, però i miei studi lavorano perché chiaramente le procedure possono essere portate avanti anche senza di me.
Mi spaventava vedere, e vedo tutt’oggi, persone più anziane di me, con più esperienza di me, che vogliono a tutti i costi avere occhio e mani su tutte le cose.
Non significa che io me ne frego, anzi io ho occhi e mani su tutte le cose, però attraverso i miei collaboratori, altrimenti non si riesce a fare altro, per cui le procedure in questo mi hanno aiutato tantissimo.
Assunta: ottimo, splendido, perfetto. Allora, so che devi scappare, ti ho trattenuto anche oltre la tua disponibilità, ti ringrazio davvero per averci parlato un po’ del tuo caso e di come la strategia non è niente di fumoso, ma abbiamo fatto un piano strategico, coerente a quelli che erano i tuoi obiettivi e i risultati non li abbiamo raggiunti in due, tre, quattro, cinque mesi, abbiamo cominciato a lavorare da subito, però già dopo i primi tempi abbiamo cominciato a mettere i primi pezzi sulla scacchiera, quindi va bene, direi ottimo risultato!
Poi, peraltro, come scrivevo oggi a una persona, a me piace lavorare con gente che si rimbocca le maniche, tu sicuramente lo sei quindi i tuoi risultati sono sicuramente anche frutto del lavoro che hai fatto.
A questo punto di devo lasciare perché so che devi scappare, ti ringrazio per la tua disponibilità.