Tre semplici passi per scegliere il commercialista perfetto

da | Varie

Purtroppo, negli ultimi tempi, sto leggendo sempre piú spesso di:

Imprenditori che non vengono supportati adeguatamente dal loro consulente di fiducia;

  • Imprenditori che non vengono supportati adeguatamente dal loro consulente di fiducia;
  • Oppure, più semplicemente, imprenditori e professionisti che parlano due lingue diverse e quindi non si capiscono.

Un esempio lo trovi qui sotto:  

Non ti nascondo che questo post in particolare mi ha fatto profondamente riflettere, e mi ha spinto a scrivere questo articolo.

Come forse saprai, sono un Dottore Commercialista, e chi mi conosce bene sa quanto adori il mio lavoro.

Lo faccio con passione, con la massima cura possibile, e non accetterei mai di dare meno del mio meglio.

Ovviamente non sono perfetta, ma faccio quello che posso.

Tuttavia, confrontandomi spesso con imprenditori, sento che quello che per me costituisce il “minimo sindacale”, non lo è purtroppo nella vita reale.

Sento quindi in dovere di fare un pó di chiarezza in tema, e di svelarti, da insider, alcuni retroscena che ti permetteranno di scegliere il miglior consulente possibile per te, senza dover perdere anni e anni preziosi fidandoti di un consulente qualunque, di nessuna utilità, ma che comunque dovrai pagare. Spero di non offendere la sensibilità di nessuno, lo faccio per una giusta causa.

E se qualcuno si offende, se ne faccia una ragione.  

Una doverosa premessa

In Italia la categoria dei Commercialisti è una di quelle più bistrattate degli ultimi anni.

Basta visitare anche sporadicamente qualche social, nei gruppi dove si confrontano gli imprenditori, per rendersene conto.

Anzi, a dirla tutta, ho sentito parlar male dei commercialisti gli stessi commercialisti (pur di tirar su clienti)!

Ma, a prescindere dall’autopromozione e dall’esasperazione, dove sta la verità?

La figura del commercialista sarebbe, per formazione e inclinazione, quella piú adatta ad affiancare un imprenditore.

Ha studiato economia, sostenuto un percorso di studi impegnativo, svolto un praticantato di anni, un esame di abilitazione che garantisce un’ottima preparazione tecnica di base.

Insomma, offre delle garanzie che altre forme professionali non hanno.

Mai sentito parlare di codice deontologico e assicurazione professionale?

(No? Continua a leggere allora!)  

Ma…  

Le cose sono completamente cambiate nel corso degli ultimi decenni.

Fino a qualche tempo fa, il commercialista era il punto di riferimento dell’imprenditore, la figura a cui chiedere consiglio e rivolgersi per ogni cosa.

Poi, progressivamente, le cose sono cambiate…

Il sistema fiscale é diventato asfissiante, complicato, indecifrabile, e la categoria si é fatta carico di tutte queste incombenze…

E questo ha fatto si che negli ultimi anni tutto ruoti attorno alle scartoffie, invece che parlare di sviluppo di business, scelte imprenditoriali ponderate, come scegliere adeguatamente i propri clienti, i fornitori, etc… E’ stato un disastro.

Certo, sarò sincera.

Nella categoria ci sono anche tante pecore nere.

  • Colleghi con ben più di qualche anno di esperienza di me che, davanti ad un cliente sull’orlo del fallimento, non facevano nulla.
  • Colleghi che neanche si degnano di rispondere alle richieste dei clienti, o, se rispondono, lo fanno con giorni di ritardo.
  • Colleghi che non sanno rispettare loro stessi una scadenza, e ti presentano l’F24 se va bene il giorno prima del pagamento. Tante pecore nere, ma anche tanta gente in gamba. Davvero.

In questo articolo ti darò qualche suggerimento per capire chi hai di fronte e scegliere quindi il miglior commercialista PER TE.  

1. DI COSA HAI BISOGNO?

Partiamo dal presupposto che, data la complessità del sistema fiscale e normativo italiano, hai bisogno di un consulente che possa seguirti nel TUO caso specifico.

  • Stai aprendo un e-commerce e non sai da dove cominciare? Fossi in te non mi rivolgerei ad un commercialista che fa fatica a scriverti una mail.
  • Sei in una fase delicata del tuo business perché i tuoi genitori ti lasceranno a breve le redini dell’impresa di famiglia? Sceglierei allora un collega specializzato nel gestire i passaggi generazionali.
  • Hai ricevuto una cartella esattoriale “importante” e vuoi contestarla? Chiederei allora un parere al miglior tributarista in circolazione.  

“La parola d’ordine è specificità.”

Abituati all’idea di aver bisogno di più consulenti nel corso della vita da imprenditore, che ti seguono anche nello stesso momento.

Pretendere che un singolo professionista sia in grado di conoscere l’intera normativa, e di saperla attuare, è pura follia.

Come possiamo essere esperti di diritto societario, commerciale, tributario, fallimentare, materie aziendalistiche, revisione dei conti? Impossibile.

Certo, ci sarà chi vorrà farti credere che sia possibile… Diffida.

Fare di tutto un pó, vuoldire fare tutto male.

E’ come pretendere dal tuo medico di base di essere anche un dermatologo, cardiologo, fisioterapista, gastroenterologo, neurologo…

Cosa fai quando vai dal medico di base e hai un problema specifico?

Vai dal miglior esperto in grado di risolverti il problema, anzi consulti pareri diversi! E allora perché non fare lo stesso per la tua impresa?  

2. CHIEDI UN COLLOQUIO PRELIMINARE

Scegliere il proprio commercialista è un atto di fiducia.

Non tutti i commercialisti vanno bene per tutti i tipi di clienti, e non tutti i clienti vanno bene per tutti i commercialisti.

Io stessa ho rifiutato di aiutare più di una volta imprenditori che sapevo già non sarei stata in grado di aiutare.

Chiedi quindi un incontro preliminare, di persona, col quale conoscerai la persona che ti seguirà per un periodo di tempo più o meno breve. Valuta quello che ti dice, e soprattutto COME te lo dice.

Se parla in modo a te incomprensibile, pensando magari di fare il “figo”, se ti tratta con sufficienza, se pensa che il miglior servizio che ti possa offrire é seguirti negli adempimenti e farti risparmiare qualcosa di tasse… Scappa a gambe levate!

Un professionista che prende a cuore la tua posizione farà l’impossibile per farti capire anche le questioni più tecniche evitando di utilizzare termini da mattoni universitari e riviste specialistiche.

E´lui che deve farsi capire, non tu che devi capire cose incomprensibili! Diffida inoltre da quelli che ti dicono sempre “si va bene” o peggio “no, non si può fare”.

Spesso dietro queste risposte si nasconde tanta pigrizia.

Un commercialista deve adoperarsi affinché certi tecnicismi ti siano chiari, in modo che tu possa prendere una decisione consapevole per il TUO caso specifico.

Non ti deve assecondare, e non deve prendere decisioni al posto tuo. Dopo che lo hai, anche se sommariamente, conosciuto, devi “sentire” che è la persona giusta per te.

“Devi fidarti, e affidarti a lui. Se non te la senti, lascia perdere.”

3. LA FORMALIZZAZIONE DELL’ACCORDO

Bene, hai trovato (finalmente) la persona che fa al caso tuo. È fatta!

Ancora no.

Pretendi un preventivo dettagliato (o ancora meglio la c.d. lettera di incarico professionale) che elenchi specificatamente non solo i costi, ma tutte le condizioni che regolano il rapporto tra te e il tuo commercialista.

  • Quali sono i doveri del tuo commercialista (e i tuoi)?
  • Cosa succede se il tuo commercialista sbaglia? (per legge tutti i commercialisti devono stipulare un’assicurazione specifica, i cui estremi ti devono essere comunicati)
  • Quando e come devi pagare l’onorario previsto?
  • Cosa succede se vuoi cambiare commercialista, o vuoi affidarti a più commercialisti (specialisti) allo stesso tempo?

(mi sembra incredibile, ma ci sono colleghi che impongono un periodo di collaborazione minimo, anche di anni, pena il pagamento di una penale… quindi stai attento!)

E se qualcosa non ti fosse chiaro, chiedi spiegazioni su ogni singola clausola. E´tuo diritto.

Se il tutto si riduce al “metta una firma qua, sono le solite scartoffie!” non é per niente un buon segno. Insomma, pagare il proprio commercialista non è come pagare le tasse.

“L’importante é che lo si abbia, in modo da evitare rogne, e cercare di pagarlo il meno possibile” non é l’atteggiamento giusto.  

“Abituati a pretendere un servizio adatto alle tue esigenze, e a pagare per questo, come è giusto che sia”.

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