Qualcuno potrebbe pensare che non sia il periodo migliore per parlare di Strategia aziendale.
Tantissime aziende sono rimaste chiuse per settimane se non per mesi, hanno sostenuto ingenti costi fissi e al tempo stesso visto il fatturato crollare fino al 90%, e ora hanno ben altri problemi a cui pensare, invece che fare strategia.
Questa era un’analisi pubblicata a marzo 2020 da Cerved, poco dopo l’inizio della pandemia.
E infatti….
Questo è un articolo pubblicato sul Sole24ore, qualche giorno fa.
Insomma, un vero disastro.
Tuttavia…
Se da una parte ci saranno tantissime aziende che finalmente dovranno fare i conti con i problemi di sempre, ossia margini risicati, liquidità in caduta libera, e nessuna idea su come affrontare il presente…
… dall’altra ci sono le aziende sane, che hanno sempre monitorato con attenzione i numeri della propria azienda, che hanno chiaro il loro modello di business, e che ora hanno tutte le carte in regola per affrontare questa situazione cogliendone le opportunità che ne verranno.
Ma cosa ha a che fare tutto questo con la Strategia aziendale, peraltro di questi tempi?
Beh, ce lo dicono gli studi.
Una ricerca di ben dieci anni fa a cura della Boston Consulting Group già aveva rilevato come
le imprese che innovano il proprio modello di Business e fanno Strategia aziendale conseguono un vantaggio competitivo misurabile in +8,5% dei profitti nell’arco di tre anni.
Queste sono le aziende che OGGI fanno il culo alle altre.
Direi quindi che vale la pena approfondire l’argomento.
Se non ora, quando? 🙂
Cos’è esattamente la Strategia aziendale?
La Strategia aziendale è una disciplina economica che nasce nelle aule delle migliori Business School.
Ci sono diverse definizioni più o meno valide di Strategia aziendale, ma quella che preferisco è senz’altro quella di Alfred Chandler, professore alla Harvard Business School, secondo il quale la Strategia è:
“L’INDIVIDUAZIONE DEGLI SCOPI E DEGLI OBIETTIVI DI LUNGO PERIODO DI UN’IMPRESA, LA CONSEGUENTE ALLOCAZIONE DELLE RISORSE E LO SVILUPPO DELLA ATTIVITÀ NECESSARIE PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI PROGRAMMATI”
Nota che quando si utilizza il termine “Strategia aziendale”, si deve parlare necessariamente di obiettivi di medio-lungo termine, perché è nel lungo periodo che si ottengono risultati concreti, misurabili, sostenibili nel futuro.
Ma fai bene attenzione…
Per poter fare Strategia aziendale in modo efficace, bisogna PRIMA avere ben chiaro il proprio modello di Business, e PRIMA ancora i propri numeri.
Semplificando, il processo naturale per l’elaborazione e l’implementazione della Strategia e’:
- Monitoraggio dei numeri aziendali
- Analisi e innovazione del modello di Business
- Elaborazione e implementazione della Strategia
Questo metodo di lavoro non nasce a caso, ma grazie ad anni di esperienza che ho maturato sul campo, durante i quali ho adattato le teorie delle grandi Business School americane alle PMI italiane.
Ti potresti chiedere perché sia necessario procedere per gradi, e non possa esser possibile andare dritto al sodo.
Il motivo è semplice.
Il tessuto imprenditoriale italiano è sostanzialmente costituito da microimprese, gestite senza alcuna particolare competenza manageriale.
Ancora oggi si fa impresa come decenni fa, ossia:
- senza dare nessuna importanza ai numeri della propria azienda (ancora oggi si crede che il bilancio serva solo a pagare le tasse… ma dico, ci rendiamo conto?!?!?)
- senza alcuna conoscenza del proprio mercato, dello sviluppo del settore, del proprio sistema di offerta. In poche parole, senza conoscere il proprio modello di Business.
- senza alcun piano per il futuro, senza alcuna definizione degli obiettivi da raggiungere, con la sola speranza che le cose “domani” vadano meglio.
Tutto questo in passato – per quanto sbagliato – non costituiva un problema.
C’erano clienti per tutti, e di concorrenti ce n’erano veramente pochi.
Fare azienda, e quindi soldi – quelli veri, era molto più facile.
Ma oggi il modo di fare impresa è radicalmente cambiato, e per rendertene conto ti è sufficiente fare una chiacchierata con chi lo faceva negli anni ottanta e novanta.
Quindi è assolutamente necessario essere imprenditori preparati e consapevoli.
In cosa si differenzia la strategia dalle altre discipline?
La precisazione è d’obbligo, perché ultimamente vedo un po’ troppi furbetti che nella vita reale si occupano di altro, e si spacciano per “esperti di strategia aziendale”:
Ripeto la definizione di strategia aziendale:
“L’INDIVIDUAZIONE DEGLI SCOPI E DEGLI OBIETTIVI DI LUNGO PERIODO DI UN’IMPRESA, LA CONSEGUENTE ALLOCAZIONE DELLE RISORSE E LO SVILUPPO DELLA ATTIVITÀ NECESSARIE PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI PROGRAMMATI”
La strategia quindi è molto diversa da:
LA FINANZA AZIENDALE che e’ “l’’insieme dei principi, dei metodi e delle procedure concernenti la gestione delle risorse finanziarie di un’impresa, con particolare riferimento al reperimento e all’investimento di fondi.”
(Fonte: Treccani online)
La finanza aziendale si occupa quindi esclusivamente del reperimento delle risorse finanziarie di un’azienda, che sia capitale di debito, capitale dei soci, o altro.
CRISI D’IMPRESA che è “lo stato di difficoltà economico-finanziaria che rende probabile l’insolvenza del debitore, e che per le imprese si manifesta come inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte regolarmente alle obbligazioni pianificate”
(Fonte: l’art. 2, co. 1, lett. a), del D.Lgs. 14/2019)
In particolare, in questo caso, l’esperto di crisi d’azienda si trova nella necessità di intervenire tempestivamente per scongiurare la chiusura dell’azienda. Se ci pensi è proprio il contrario della Strategia aziendale, che presuppone una orizzonte temporale lungo, anche di anni!
Quindi necessariamente la metodologia di lavoro e le azioni non possono essere le medesime.
CONOSCENZE GENERICHE DI ECONOMIA AZIENDALE, ossia, quelle tipicamente vantate dai commercialisti generici, che per quanto utili, non sono neanche lontanamente sufficienti per affrontare seriamente il tema della Strategia aziendale.
Non solo.
Statisticamente, un commercialista che si occupa anche di adempimenti deve dedicare a questi almeno 200 ore/annue del suo tempo per ogni singola azienda.
Va da sé che un commercialista generico non ha neanche il tempo e l’energia di affiancarti nell’elaborazione e implementazione della Strategia aziendale.
Ed e’ proprio per questo motivo che ormai da anni mi occupo esclusivamente di Strategia aziendale e che ho deciso, l’anno scorso, di abbandonare l’ordine dei Dottori Commercialisti.
CONTROLLO DI GESTIONE, che può essere visto come un processo di raccolta, analisi e diffusione di informazioni utili per dirigere meglio un’impresa”
Ma il controllo di gestione e’ solo una parte del processo.
Non ha alcun senso focalizzarsi esclusivamente sui dati interni dell’azienda, sviscerando analisi e numeri infiniti, se non si ha nessuna consapevolezza di cosa succede all’esterno dell’azienda, e quindi analizzare il mercato, il settore, i trend, anche grazie all’ausilio di dati extracontabili.
PROJECT MANAGEMENT: che consiste nell “l’insieme di metodologie e tecniche applicare nella pianificazione e nel controllo dei progetti per raggiungere gli obiettivi strategici attraverso una corretta gestione delle risorse e dei costi”
Il project management quindi ha un approccio senz’altro molto simile a quello della Strategia aziendale, ma e’ relativo a singoli progetti, non all’azienda nel suo insieme, che invece e’ un sistema di vasi comunicanti di diverse funzioni che interagiscono tra loro.
Se ci pensi, non ha alcun senso investire in marketing, se i processi interni non sono ottimizzati.
Come non ha senso iniziare la tua attività imprenditoriale, se già dalle prime stime e’ possibile constatare che non c’e’ mercato per il tuo prodotto.
Quindi, come vedi, è assolutamente fondamentale, una volta che hai messo in sicurezza i numeri della tua azienda, cominciare a ragionare sul tuo modello di Business e alla tua Strategia aziendale.
Si, anche se ci aspettano settimane e mesi difficili.
In fondo… se non ora, quando?