Sono settimane difficili.
Senz’altro nessuno solo qualche settimana fa avrebbe mai potuto immaginare uno scenario simile… l’espansione del CORONAVIRUS ha messo in ginocchio l’Italia e mezza Europa da un giorno all’altro.
Oltre a provocare innumerevoli contagi, ricoveri in terapia intensiva e ahimè anche migliaia di bare che con tristezza sfilano per le strade, il virus sembra preannunciare una delle peggiori crisi economiche dal secondo dopoguerra ad oggi.
Se sei un imprenditore capisco perfettamente la situazione che stai vivendo.
I pensieri che ti martellano costantemente la testa di giorno e di notte…
L’ansia di non sapere come riprendere in mano il timone della tua azienda…
La paura di non riuscire a superare questo terribile momento che Dio solo sa quando finirà con esattezza.
Tuttavia…
La storia economica ci insegna che proprio da questi momenti di profonda crisi nasce il vero cambiamento.
Sai perché?
Perché la crisi porta enormi occasioni a chi è pronto a coglierle.
È proprio in questi momenti che nascono le grandi scoperte e innovazioni.
È proprio in questi momenti che riscopri le grandi potenzialità che si celano dentro te stesso e la tua azienda.
Il mio più grande orgoglio è vedere come tanti piccoli imprenditori stanno prendendo spunto dai miei articoli, dai video, dai podcast e dalle consulenze per studiare, affrontare il presente, programmare il futuro.
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Insomma, imprenditori con la I maiuscola che invece di piangersi addosso e stare sul divano ad aspettare la prossima serie su Netflix, ne stanno approfittando per ristrutturare e reinventare la propria azienda.
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Peter Drucker, autore di fama mondiale pubblicato anche – tra gli altri – sul The Economist, The Wall Street Journal e Harvard Business Review, amava ripetere:
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“Dietro ogni impresa di successo c’è qualcuno
che ha preso una decisione coraggiosa”
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Quindi, in queste settimane di difficoltà durante le quali è facile che alla paura si sostituisca il panico, ti chiedo:
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Hai anche tu il CORAGGIO per affrontare a nervi saldi questa situazione? Hai anche tu il CORAGGIO di rimboccarti le maniche e progettare la ripartenza con più forza e determinazione?
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Se la risposta è sì… continua a leggere questo articolo perché voglio raccontarti una storia.
Una storia vera, emozionante, che riguarda una delle più affascinanti e affermate aziende italiane del Novecento.
Una storia che apparentemente potrebbe sembrarti lontana dai nostri tempi, ma che a guardare con maggiore attenzione nasconde alcune importanti lezioni da che possono esserti utili oggi.
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Olivetti – la storia di un’eccellenza
tutta italiana
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La Olivetti è un’azienda che ha più di un secolo di storia (centododici, per essere precisi).
Costituita nei primi anni del secolo scorso, nel suo lungo cammino ha dovuto affrontare la prima guerra mondiale, la crisi finanziaria del 1929 e il secondo – devastante – conflitto mondiale.
Insomma, non proprio una passeggiata.
Capitanata da Camillo Olivetti prima e suo figlio Adriano poi, è passata dalla produzione di macchine per scrivere e da calcolo, fino a diventare (e rimanere per tanti anni) leader nel settore informatico.
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MA COSA SI NASCONDE DIETRO
IL SUCCESSO DI QUESTA AZIENDA?
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Per capirci di più, facciamo un passo indietro.
È il 29 ottobre del 1908, quando Camillo Olivetti costituisce a Ivrea, nel torinese, la Olivetti.
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la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere
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Qualche anno più tardi, Camillo costruì la prima macchina per scrivere, la celeberrima M1.
E BOOM!
Fu un enorme successo.
Nessuno prima di lui riuscì a portare in Italia quest’innovazione.
La crescita dell’azienda negli anni seguenti fu esponenziale.
Il vero salto di qualità avviene nel 1933, quando alla guida dell’azienda subentra Adriano, figlio di Camillo.
Beh, in quel periodo nessuno mai lo avrebbe anche solo lontanamente sospettato… ma oggi possiamo vantarci di aver avuto uno degli imprenditori più geniali al mondo.
Adriano fu un imprenditore straordinario, coraggioso, fuori dagli schemi, visionario, e grande innovatore.
Un imprenditore che riuscì a trasformare una piccola azienda di famiglia in un’industria che ha dominato il suo settore a livello mondiale.
E sai in che modo?
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INNOVANDO NEL TEMPO
IL SUO MODELLO DI BUSINESS
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Adriano, infatti, era ossessionato dallo sviluppo tecnologico e dall’innovazione.
Sebbene il successo della sua azienda nacque dalle macchine da scrivere, sviluppò nel tempo prodotti specifici anche nel settore delle calcolatrici, dei mobili e delle attrezzature per ufficio (diventandone poi leader incontrastato), curando con particolare attenzione il design dei suoi prodotti.
Alcuni esempi?
La Lexicon 80 del 1948,
La Olivetti Lettera 22 del 1950
La Olivetti Divisumma 14, la prima calcolatrice elettromeccanica scrivente in grado di compiere le quattro operazioni.
Fu così che la Olivetti divenne l’azienda leader a livello mondiale nel campo della tecnologia meccanica, subito dopo il secondo dopoguerra.
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Oltre all’innovazione,
qual era la filosofia di Adriano Olivetti?
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Beh, oltre alla continua ricerca e innovazione dei prodotti per soddisfare sempre le esigenze del mercato…
… Adriano capì che il successo dell’azienda dipendeva anche dall’organizzazione interna.
Questo era uno dei suoi motti preferiti:
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“Io voglio che la Olivetti non sia solo una fabbrica, ma un modello, uno stile di vita. Voglio che produca libertà e bellezza perché saranno loro, libertà e bellezza, a dirci come essere felici!”
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Da queste parole puoi comprender appieno quale fosse la cultura che Adriano Olivetti voleva nella sua azienda, del tutto inedita a quei tempi.
Egli sapeva bene che il successo dell’azienda dipendeva in gran parte dai suoi operai, e quindi era fondamentale per lui che ogni singolo individuo che lavorava all’interno dell’azienda fosse felice.
Si dedicò quindi al benessere dei suoi dipendenti (ben pagati e apprezzati) e delle loro famiglie creando ambulatori, asili nidi per i figli e mense.
In altre parole, nella sua visione imprenditoriale, Adriano era convinto che per fare impresa in maniera profittevole, doveva valorizzare al massimo il suo capitale umano.
Come, concretamente?
Al contrario di molti imprenditori che negli anni passati hanno sperperato il patrimonio aziendale per ritrovarsi oggi in braghe di tela ad aspettare un aiuto dal Governo che non arriverà…
…Adriano reinvestì in azienda gran parte gli utili per autofinanziarne lo sviluppo e renderla anno dopo anno la realtà che ci ha reso orgogliosi nel mondo.
Nel 1960 Adriano muore e gli succede il figlio Roberto.
A parte qualche sporadico successo commerciale, la Olivetti perse molto dalla leadership conquistata negli anni della gestione di Adriano.
I decenni seguenti furono estremamente difficili per l’azienda, che entrò in piena crisi, per trovare il suo culmine alla fine degli anni novanta.
Nel 2003 l’azienda viene assorbita da Telecom Italia, e oggi assume un ruolo sbiadito e marginale nel settore informatico.
Ma una cosa è certa: la lungimiranza di Adriano rimarrà nella storia come un modello che può aiutarci a affrontare il presente, per programmare il futuro.
E tu, cosa stai facendo oggi, di concreto, per affrontare la tua situazione specifica?