CASO STUDIO: come Gianni Versace, sarto geniale e visionario, creò un impero venduto per miliardi di Euro

da | Casi studio

Il tessuto imprenditoriale italiano, diversamente a tanti altri Paesi, è costituito per lo piu’ da un altissimo numero di piccole e medie imprese (99,4 %).

Anzi, se vogliamo essere più precisi, il 94,8% sono in realtà delle microimprese e solo il 4,6% sono piccole imprese. (fonte CGIA Mestre).

Per micro-impresa, dunque, si intende un’azienda che ha meno di 10 dipendenti, e un fatturato o un attivo patrimoniale uguale o inferiore a 2 milioni di euro.

Sono aziende che nel tempo non crescono nel tempo, hanno un fatturato tendenzialmente stagnante, non riescono ad accantonare utili significativi e a far crescere appunto l’attività.

Perché ben il 94,8% delle aziende (forse anche la tua?), rimane per anni – se non decenni – sempre una microimpresa?

I motivi sono diversi.

Faccio il consulente aziendale da vent’anni ormai, e conosco bene i problemi e le difficoltà che gli imprenditori si trovano ad affrontare ogni santo giorno.

Sono io stessa figlia di imprenditori, la maggior parte dei miei familiari conduce un’impresa… e so quanto sia difficile portare avanti un’attività.

Quando affermo che chi riesce nonostante tutto a fare impresa in Italia è un vero e proprio eroe, non lo dico tanto per dire o per compiacere qualcuno.

Lo penso davvero.

Oggi un imprenditore è sempre più solo, e deve riuscire ad alzare la serranda ogni giorno nonostante:

Uno Stato

che impone da decenni un sistema fiscale oneroso e fuori da ogni logica economica

Una concorrenza

sempre più feroce e globalizzata, pronta a tutto pur di scipparti da sotto il naso i tuoi clienti.

Dipendenti e collaboratori

che ti remano contro e difficili da gestire.

Clienti

sempre più difficili da soddisfare e diffidenti.

È evidente quindi che con questi presupposti è molto difficile – per quasi la totalità delle aziende – poter crescere e prosperare.

Tuttavia…

Sebbene questi siano oggettivamente dei grandi problemi che soffocano ogni giorno la crescita delle aziende italiane…

Esiste un problema ancora piu’ grave (e sconosciuto ai piu’), che polverizza come un martello pneumatico tutti i sogni e le speranze di crescita di milioni di imprenditori.

Di cosa sto parlando?

Della totale assenza di Strategia aziendale.

La carenza di una strategia è la vera ragione del perché le aziende italiane falliscono o nelle migliori delle ipotesi rimangono piccole senza alcuna possibilità di crescita.

E non sono la sola a dirlo.

Secondo lo studio “Strategie a prova di crisi” condotto da Deloitte a marzo del 2020 (in piena pandemia), è emerso che:

“Per le micro e piccole imprese una chiara strategia di lungo periodo e un approccio nuovo ed evoluto alla pianificazione strategica fanno la differenza per prosperare in tempi di crisi”.

E qui, purtroppo, permettimi di essere cruda, forse anche un po’ antipatica.

La maggioranza delle micro e piccole imprese italiane non sa neanche cosa sia la strategia, ma ha sempre preteso di vivere alla giornata seguendo le stesse abitudini e modi di fare che pero’ funzionavano solo fino a qualche decennio fa.

E infatti….

È questo il problema principale che affligge l’intero tessuto imprenditoriale italiano: la mancanza di piano di Strategia aziendale.

Quando sento imprenditori lamentarsi tutto il giorno per gli F24 troppo alti, per una macchina burocratica da terzo mondo, e da un contesto concorrenza/clienti che rende un atto eroico pure alzare la serranda, li capisco.

Ovviamente questi sono problemi seri e reali.
Ma questi problemi sono niente, in confronto alle conseguenze negative della mancanza di una strategia.

E infatti, la maggior parte degli imprenditori gestisce la propria azienda senza avere:

1. Un piano strategico a lungo termine…
2. Degli obiettivi concreti e realizzabili…
3. Nessuna consapevolezza del proprio modello di business…
4. Nessun sistema di monitoraggio dei numeri della propria azienda (ancora oggi, quasi tutti gli imprenditori pensano che il bilancio serva a pagare le tasse… e poi non ditemi che non devo bestemmiare!)

Di fatto, fare impresa in questo modo è un po’ come essere al timone di una barca a vela nel bel mezzo di una tempesta, e sperare che la corrente non ci spazzi via.
Capisci che è una speranza che non ha alcuna possibilità di vedersi realizzata?

Oggi non è neanche lontanamente sufficiente essere maestri nel proprio lavoro per poter gestire proficuamente un’impresa, ma è assolutamente indispensabile possedere anche competenze manageriali.

E la strategia aziendale rientra a pieno titolo tra queste.

Questo è il motivo per il quale ci sono aziende che rimangono micro-imprese per decenni …

… e aziende di famiglia che in pochi decenni diventano dei veri e propri imperi.

IL CASO GIANNI VERSACE

Parlare del caso di VERSACE potrebbe sembrarti molto lontano dalla tua realtà.

Eppure quello che oggi conosciamo tutti come uno dei piu’ noti brand della moda a livello mondiale, è cominciato come una piccolissima azienda di famiglia.

La favola è quella di un ragazzo calabrese, Gianni Versace, che fin da adolescente viene attratto dalla bellezza di modelli e tessuti e decide di “andare a bottega” dalla madre per apprendere le basi della sartoria.

Un ragazzo, in un paesino della Calabria, piu’ di cinquant’anni fa.

Ben presto lo studio, l’applicazione, l’incredibile passione, l’estro e la sua spiccata personalità lo portano a rivoluzionare il mondo della moda.

A 25 anni si trasferisce a Milano, capitale della moda italiana, e sei anni dopo insieme al fratello Santo, fonda la “Gianni Versace”.

Il successo è immediato.
La stravaganza dello stile, la ricerca dei tessuti pregiati e l’attenzione per i materiali e i dettagli fecero apprezzare il lavoro di Gianni nell’ambiente.

Grazie alla passione per il teatro, Gianni inizia a sviluppare delle collezioni specifiche per la Scala di Milano, ma soprattutto a sperimentare l’accostamento di materiali e tagli differenti, per creare qualcosa di profondamente innovativo.

Le sue creazioni vengono indossate dalle piu’ note e seguite top model del momento, di cui diventa poi amico: Naomi Campbell, Linda Evangelista e Claudia Schiffer…

Oltre che diventare punto di riferimento per alcuni dei volti piu’ noti dell’epoca, come Elton John, Sylvester Stallone e Madonna.

Insomma, in poco tempo Gianni creò un vero e proprio impero tanto che nel 1995 la rivista Time lo consacra arrivando ad affermare “Chi si innamora di Versace non torna indietro”.

Tuttavia…

Nonostante la genialità di Gianni, il successo dell’azienda Versace non sarebbe stato possibile senza la presenza di suo fratello Santo.

Santo, laureato in Economia e Commercio, era l’uomo dei numeri.

Santo si occupava di tenere sotto controllo i numeri dell’azienda e di pianificare l’espansione della società.

Come in ogni azienda che si rispetti, il controllo maniacale dei numeri non può mancare se si vuole davvero crescere e prosperare.

Ed è proprio grazie a Santo che l’impresa divenne quella che e’ oggi.

Nel 1977 infatti, Santo decide di trasferirsi anche lui a Milano perché convinto che fosse necessario creare una struttura societaria completa di parte industriale, commerciale e finanziaria.
Grazie anche al lavoro di Donatella, la sorella di Gianni e Santo. si deve l’internazionalizzazione dell’azienda.

I due fratelli – dopo il tragico assassinio di Gianni – ne hanno portato avanti il progetto e lo hanno reso un marchio noto e apprezzato a livello internazionale, tanto da essere venduto nel 2018 al gruppo Michael Kors per piu’ di 2 miliardi di euro.

La storia di Gianni Versace ci ricorda ancora una volta che senza:

1. La consapevolezza del proprio modello di business
2. Il controllo maniacale dei numeri della propria azienda
3. E un piano strategico di lungo termine

…un’azienda rimarra’ sempre una microimpresa.

Al contrario, la conoscenza dei numeri e la definizione di un piano strategico ha fatto sì che un giovane ragazzo calabrese, appassionato di sartoria, assieme ai suoi fratelli creasse un brand noto in tutto il mondo, venduto per miliardi di Euro.

Ecco perché ormai più di tre anni fa ho deciso di specializzarmi in analisi di modelli di business e Strategia aziendale.

Temi fondamentali per la gestione e lo sviluppo di qualsiasi azienda, che purtroppo in Italia sono ancora sconosciuti, o purtroppo storpiati.

In questi anni ho affiancato tantissimi imprenditori appartenenti a settori diversi e insieme abbiamo lavorato per impostare un modello di business efficace e delineare una strategia nel medio-lungo termine.

Questo è quello che serve per incrementare in maniera significava il Fatturato, gli Utili e la Liquidità, e far crescere come azienda.

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Semplice. Cosa devo fare e come lo devo fare. Grazie.

Johnny Baietto – imprenditore.

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